TESTIMONIANZE

Le parole dei ragazzi… i ragazzi si raccontano…

Partecipare al Concorso “Con i miei occhi: il Covid raccontato dagli studenti” è stata un’esperienza molto interessante “perché ci ha permesso di esprimere le nostre emozioni, il nostro sentire”, afferma Sarto Valentina 3^B Liceo Linguistico, che si è classificata al terzo posto della tipologia A Elaborati scritti, nella forma del testo poetico, della narrazione di fantasia o del resoconto autobiografico, con la sua rivisitazione del celeberrimo romanzo “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. La lettura dell’opera offre “un paio di occhi nuovi” per poter “osservare il mondo”, mettendo in luce l’attualità del testo con le numerose analogie tra passato e presente. Prosegue infatti la studentessa: “Ho scelto di parlare di una tematica inerente alla scuola poiché, come ho esplicitato nel mio elaborato, la scuola stessa è stata il filtro attraverso il quale ho preso visione di ciò che mi stava circondando. Non avrei mai pensato di riuscire a trovare la giusta combinazione tra un argomento didattico e quella che è ormai la nostra quotidianità.”

Anche Cecconello Sophia 5^A Liceo Linguistico, seconda classificata nella stessa categoria, focalizza l’attenzione sullo sguardo, che è diventato – insieme alla rete – l’unico modo per coltivare i rapporti interpersonali, in una società che è cambiata e che l’ha spinta a cambiare, portandola a riflettere, a “filosofare”, a interrogarsi sull’uomo e sul suo nuovo modo di essere “animale sociale”. Ed è proprio grazie alla riscoperta delle cose semplici che è possibile conferire un nuovo senso al vivere la nostra quotidianità, imparando ad apprezzare la “normalità”, come la scuola in presenza invece della didattica a distanza.Scrive infatti la studentessa: “È mutato il mio rapporto con la scuola: con la consapevolezza che ho assunto dalla situazione di emergenza sanitaria sono quasi felice nello svegliarmi e sapere di dover andare a scuola, mentre ho detestato la DAD e il suo annichilimento del lato bello e umano delle lezioni”.

Villan Giulia 5^A Liceo Linguistico, prima classificata nella seconda tipologia, Elaborati grafici, nelle forme della rappresentazione pittorica, grafica, fotografica con corredo didascalico, ha sottolineato con il linguaggio artistico della pop art e in particolar modo con l’uso del colore, la situazione di grande disagio in cui si sono venuti a trovare gli adolescenti in questo lungo periodo. Afferma, infatti la studentessa: “Nella mia opera ho tentato di rappresentare al meglio le sensazioni provate da me e dai miei coetanei durante il periodo della quarantena.Per fare ciò ho provato a chiedere ad amici e familiari come si fossero sentiti in questo periodo di lockdown.Possiamo definirci "la generazione delle urla soffocate", siamo stati sempre quelli mai ascoltati, dovremmo essere il futuro invece siamo stati lasciati in disparte. I più "grandi" ci hanno già etichettati come la generazione perduta, senza speranza e la generazione ignorante per gli effetti della DAD. Abbiamo superato una pandemia globale dove c'è stato tolto tutto, c'è stato rubato il periodo più bello della vita, l'adolescenza. L'adolescenza... Il magico periodo in cui dovremmo vivere inspirando la bellezza ed espirando gioia lasciandoci avvolgere dalla fresca ma pericolosa brezza di libertà. E noi, generazione delle urla soffocate, nonostante tutto, abbiamo sofferto il nostro dolore in silenzio”. Giulia prosegue, poi, esplicitando le immagini raffigurate: “Il teschio qui rappresentato è simbolo di ciò che provavamo, di ciò che ci veniva detto, degli adulti; insomma, tutto ciò che ci portava dolore e che tuttora, anche al solo pensiero ci fa male e ci logora. Il verde nello sfondo vuol rappresentare la speranza, che non c'è mai mancata, tutti noi siamo sempre stati infatti speranzosi verso una fine veloce della pandemia. La ragazza rappresenta ciascuno di noi, e la lacrima mostra il nostro dolore (che è sfogato in maniera differente in ciascuno). Anche la scelta dello stile di questo disegno non è per niente casuale, infatti c'è stata una ricerca su quale movimento artistico potesse rappresentare al meglio ciò che volevo esprimere, ed ho scelto la pop art, un movimento artistico nato negli Stati Uniti tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, che diventa espressione della società e dell'immaginario collettivo, perché è un'arte rivolta alla massa e non al singolo individuo. Il tema principale dell'arte Pop è l'angoscia esistenziale della società dei consumi, in cui l'uomo rappresenta il consumatore. Nelle opere viene mostrato un mondo colorato, pieno di allegria che in realtà nasconde l'ansia e l'angoscia che si eclissa dietro i colori pieni e vivaci. Con questo movimento artistico, volevo nascondere l'angoscia provocata dalla pandemia tramite forti colori vivaci ed un'immagine semplice, di facile comprensione”. 

Come esplica Veggian Luca Antonio 5^ A Liceo Linguistico, che ha ricevuto la menzione speciale della stessa categoria, la seconda, Elaborati grafici, nelle forme della rappresentazione pittorica, grafica, fotografica con corredo didascalico,“il Concorso bandito dal nostro liceo ha dato la possibilità a noi studenti di esprimere le nostre sofferenze a causa del lungo e quasi interminabile lockdown del disastroso anno 2020”. Così “dipinti, fotografie, elaborati digitali, elaborati scritti”, si sono rivelati“mezzi diretti ed efficaci per questo scopo”. Infatti, continua il ragazzo, “nel mio elaborato grafico ho voluto scattare una fotografia al sentimento di oppressione e prigionia che durante il lockdown ci dilaniava, creando un contrasto tra il bianco della speranza e il nero della pandemia”.

“Le emozioni possono essere espresse anche attraverso la corporeità ed il movimento”, spiega Boscolo Gioachina Luca 5^ A Ling, secondo classificato, insieme agli altri studenti danzatori - Boscolo Zemelo Anna III Classico, Boscolo Zemelo Laura I Classico, Garbin Anna 4^ Ling., Liseno Annamaria I Classico, Menetto Lorenza 3^ Scienze Umane, Penzo Giorgia 4^ Ling., Zennaro Marta II Classico, Aurora Perini 5^A Scientifico – nella tipologia D Elaborati multimediali, nelle forme del video, del corto animato, della composizione musicale con o senza testo, della coreografia. Dalla rappresentazione emergono, infatti, solitudine, senso di prigionia, angoscia, impotenza, voglia di evasione, in un momento corale che si conclude con un messaggio di speranza, di condivisione e di liberazione. Afferma, quindi, Luca, che non ha dimenticato di apprezzare la scelta della giuria: “Trovo che tale Concorso sia stato un’opportunità per poter esprimere attraverso l’arte ciò che ognuno di noi ha vissuto durante la pandemia. pando come gruppo, io e le mie compagne abbiamo deciso di raccontare la nostra esperienza attraverso la danza: la pandemia come un muro invalicabile, le mascherine simbolo di impedimento, per poi terminare con una lunga corsa verso il mare, simbolo di libertà.